Totò diabolicus (1962)
Il marchese Galeazzo di Torrealta viene trovato assassinato nella sua villa. Sul cadavere, l'assassino lascia un biglietto con la sua firma: "Diabolicus". Le indagini della polizia si concentrano sui fratelli della vittima, sospettati di avere ucciso il marchese per venire in possesso della sua ricca eredità: ma tutti sembrano avere un alibi di ferro. La plurivedova baronessa Laudomia, pur in preda a fisime e manie di giovinezza che la portano ad augurare a tutti la morte prematura - come è accaduto ai primi due suoi mariti - dice di essere andata al cinema, ma le sue dichiarazioni non convincono; il generale Scipione, sansepolcrista nostalgico dei tempi del fascismo, manifesta annebbiamenti mentali e non fornisce indicazioni utili ai poliziotti, mentre il chirurgo Carlo (la cui moglie ha una relazione segreta con Lallo, terzo marito di Laudomia) è rimasto tutta la notte in sala operatoria; sul mite e casto monsignor Antonino, gli inquirenti non insinuano ovviamente neanche il minimo sospetto.
Due sere dopo l'assassinio, "Diabolicus" invia 3 lettere anonime: una alla polizia per sviarla nelle indagini, le altre due a Carlo e a Scipione per farli andare a casa di Laudomia. E qui scatta la trappola di Diabolicus, che uccide in un colpo solo i tre fratelli. Rimasto solo, Antonino decide di lasciare l'intera l'eredità dei suoi poveri cari ad un fratello segreto, frutto di un peccato di gioventù di suo padre. L'uomo, tale Pasquale Bonocore, è sempre stato bistrattato dalla sua famiglia, ed ora si trova in galera per furto.
Uscito di prigione per aver fatto il nome dei complici e sistematosi in una villa lussuosa grazie alle eredità ricevute, Pasquale riceve un servizio di protezione speciale, in quanto la polizia pensa che ora "Diabolicus" possa colpire proprio lui. Infatti, una notte, l'uomo viene aggredito da una figura misteriosa che indossa la famigerata tuta di "Diabolicus", ma la polizia, appena sopraggiunta, scopre che in realtà si tratta di Gigi "lo sfregiato", un ex-"collega" di Pasquale, finito in galera dopo la sua confessione ed evaso nel tentativo di vendicarsi.
Nel frattempo, Diana, l'amante di Galeazzo, viene urgentemente convocata da monsignor Antonino; insospettita dagli strani comportamenti del prelato, la donna scopre che Antonino in realtà è Galeazzo travestito da Antonino: infatti, vedendo assottigliarsi il suo patrimonio, Galeazzo aveva deciso di uccidere tutti i suoi fratelli; la sera del "suo" delitto, aveva convocato Antonino a casa sua e, senza essere visto da nessuno, l'aveva pugnalato e opportunatamente camuffato facendo credere di essere stato ucciso; poi, aveva ucciso gli altri tre fratelli. Ora, la parte finale del piano è uccidere Pasquale, camuffarlo da monsignore e travestirsi a sua volta da Pasquale, facendo ricadere la colpa sull'innocente Lallo.
Galeazzo attua il piano, grazie anche alla collaborazione di Diana, e fa arrestare Lallo; la polizia, però, scopre che la vittima non è Antonino, ma non è nemmeno Pasquale. L'ucciso, infatti, è il capo della compagnia privata che protegge Pasquale e che si è "sacrificato" per il suo cliente, su 'suggerimento' dello stesso Pasquale, al quale era venuto qualche sospetto sul fratello monsignore. Con Galeazzo in galera e con tanti soldi, Pasquale può finalmente star tranquillo. Tasse a parte, ovviamente.
Paese di produzione |
Italia |
Anno |
1962 |
Durata |
92 min |
Colore |
B/N |
Audio |
sonoro |
Genere |
giallo, comico |
Regia |
Steno |
Soggetto |
Vittorio Metz, Roberto Gianviti |
Sceneggiatura |
Vittorio Metz, Roberto Gianviti, Marcello Fondato, Giovanni Grimaldi, Bruno Corbucci |
Produttore |
Gianni Buffardi |
Casa di produzione |
Titanus |
Distribuzione (Italia) |
Titanus |
Fotografia |
Enzo Barboni |
Montaggio |
Giuliana Attenni |
Musiche |
Piero Piccioni |
Scenografia |
Giorgio Giovannini |
Costumi |
Giuliano Papi |
Trucco |
Sergio Angeloni, Maria Miccinilli |
- Totò: Galeazzo di Torrealta/Carlo di Torrealta/Scipione di Torrealta/Monsignor Antonino di Torrealta/Laudomia di Torrealta/Pasquale Bonocore
- Nadine Sanders: donna Fiore di Torrealta
- Béatrice Altariba: Diana
- Raimondo Vianello: Michele detto Lallo
- Luigi Pavese: commissario di polizia
- Mario Castellani: ispettore Scalarini
- Peppino De Martino: notaio Cocozza
- Giulio Marchetti: detective privato
- Gianni Baghino: Gigi "lo sfregiato"
- Stefano Vanzina Angelo, il giardiniere
- Ubaldo Loria: maggiordomo di casa Torrealta
- Vera Drudi: domestica
- Franco Giacobini: dottor Pandoro
- Pietro De Vico: paziente da operare
- Mimmo Poli: postino
- Paolo Ferrara: direttore del carcere
- Veriano Ginesi: Nando "Bellicapelli"
- Antonio La Raina: attendente del generale
- Franco Ressel: anestetista Biagin